giovedì 30 ottobre 2008

Trenitalia: la tratta dei disperati

I disperati sono i poveri viaggiatori che cercano e sottolineo cercano di raggiungere Napoli partendo dalla stazione di Casoria.
Per chi non conosce la zona, Casoria è una cittadina di appena 80.000 abitanti che dista 7 km dal capoluogo. Che comodità avere la stazione con treni che in soli 10 minuti ti portano a Napoli.
Che comodità!!!
L'ora è quella che va dalle 7,00 alle 8,00 quando tutti, tranne Trenitalia sanno che qualche passeggero in più ci sarà.
Ti ritrovi su un marciapiede ferroviario con centinaia di altri passeggeri che stanno lì ad aspettare un segno, un campanello, un annuncio di un treno che non arriva mai.
Poi ecco il microfono gracchiante che annuncia l'arrivo del treno.
Ed ecco che un vecchio macinino si ferma e lì ti accorgi che o il treno è di gomma oppure tu non riuscirai a salire.
Però è già tardi, non sai quando un altro treno passerà, allora tenti l'impossibile.
La tattica è quella di afferrare uno dei ferri ai lati delle porte, l'impresa non è assolutamente facile, perchè davanti a te hai un muro umano.
Allora tenti la spinta con rincorsa, ma nemmeno così la cosa funziona.
L'ultimo tentativo è la pietà degli altri passeggeri.Cominci a dire che non puoi perdere quel treno per nessun motivo, scongiuri gli altri a stringersi un pò di più.
A volte ci riesci a volte no.
Se sei dentro, cominciano i 10 minuti più allucinanti della giornata.
Cominci a pensare se soffocherai prima per la mancanza di ossigeno o per l'effluvio che proviene dall'ascella del vicino.
Il tuo vicino immancabilmente sarà una grassa signora che non si sposterebbe nemmeno se sollecitata da un missile terra aria.
Viaggi con l'incubo della possibile apertura della porta e ti figuri già i titoli dei giornali:" Ennesima scigura ferroviaria, passeggero cade dal treno per porta difettosa".
Alla fine arrivi come se avessi sostenuto un incontro di lotta libera e l'ultima cosa che senti quando ti allontani dal maledetto treno è la vocina metallica di una tipa che ti ringrazia di aver viaggiato con Trenitalia,,,, ma v....

sabato 25 ottobre 2008

Vivere a Napoli è morire ogni giorno

Muori quando i tuoi occhi hanno visto rifiuti alti come montagne.
Muori quando hai paura ad attraversare certe strade,perchè potresti avere una pallottola in testa.
Muori,quando non puoi mai protestare perchè non sai chi è colui che hai di fronte.
Muori di smog.
Muori di acqua e aria inquinata da tutto quello di più putrido ci possa essere.
Muori perchè sembra che nessuno se ne accorga.
Muori quando gli altri che ti stanno accanto si adattano ad ogni situazione.
Muori di rabbia,quando aspetti per ore un autobus, quando non trovi un parcheggio, quando trovi auto in tripla fila, quando ti sfrecciano accanto decine di moto con conducenti senza casco, quando vedi vigili al bar, poliziotti con la testa da un altro lato.
Muori perchè non puoi neanche andare allo stadio e nè ti è concesso andare in nessun altro stadio d'Italia.
Muori perchè i migliori se ne vanno.
Muori quando i Napoletani che sono lontani rinnegano la propria terra.
Muori quando sai che esistono partiti politici che esultano a ogni disgrazia della tua città.
Muori perchè vorresti andartene, ma non puoi.
Muori perchè sai che prima non era così.
Muori perchè non puoi fare nulla per cambiare.
Muori perchè hai la certezza che è troppo tardi, che stai assistendo un malato in agonia.
Muori perchè hai paura per i tuoi figli.
Muori perchè sai che chi poteva, non ha fatto niente per evitare tutto ciò.
Muori perchè ti accorgi che il sottile male della prepotenza, dell'arroganza e della sopraffazione comincia a infettare anche il tuo corpo e la tua anima.
Vivere oggi a Napoli è morire ogni giorno, ogni ora,ogni minuto.

martedì 21 ottobre 2008

Tutti contro tutti ( guarda i commenti di OK Notizie!!!)

Voglio partire proprio dai commenti di OKNO per riflettere su di un fenomeno tutto italiano.
Parlo del tutti contro tutti. Mi spiego meglio.
Basta scrivere una notizia sulla Gelmini e scattano i commenti del tipo:
"Vi rode perchè avete perso le elezioni" e un altro che ricommenta contro.
Non vi dico se l'argomento è la Carfagna, peggio che andar di notte.
Se la notizia riguarda direttamente lui, Berlusconi, allora i commenti si innalzano a numeri indefiniti, ma se li vai a leggere son tutti gli stessi, del tipo " noi siamo" invece "voi siete".
A me sinceramente fa venire in mente Totò quando gridava : "siamo Guelfi o Ghibellini"!!!
Riflettendo più a fondo il fenomeno non sta solo sul Web.
Alle riunioni sindacali, "il nemico" non è "il padrone" , ma gli altri sindacati.
Il politico di turno raggiunge il massimo degli applausi, non quando dice qualcosa di intelligente, ma quando si scaglia contro " il nemico" di turno che magari è all'interno del suo stesso partito.
Vogliamo farci del male? Pensiamo ai nostri stadi dove tutti sono d'accordo quando si tratta di tifare contro gli avversari.
Avete mai visto in tv, trasmissioni del tipo "Il Processo di Biscardi" dove attempati giornalisti devono a volte essere trattenuti a forza e dove impera sovrano
il "noi siamo forti, belli, e vincenti" mentre "voi siete fortunati,ladri, aiutati dagli arbitri".In quelle sedi si raggiunge il massimo degli italici malcostumi, perchè i valenti giornalisti sono anche capaci di cambiare idea e credo calcistico, seguendo la convenienza del momento,come accade spesso tra i nostri politici.

sabato 18 ottobre 2008

Ok notizie niente trucchi niente inganni

Da pochi giorni mi sto divertendo a postare news su Ok notizie.
All'inizio ero un pò scettico perchè avevo letto di comportamenti non certo cristallini da parte di molti utenti.
In particolar modo spesso leggevo di trucchetti atti a far salire gli OK delle proprie notizie e di vere e proprie strategie per affossare articoli di concorrenti.
In verità da questi primi giorni di uso posso vedere che certamente qualcosa da rivedere c'è,perchè alcune notizie salgono vertiginosamente, votate più o meno dalle stesse persone, mentre altre rimangono nel dimenticatoio e spesso si tratta di notizie simili, se non uguali.
Però allo stesso tempo ho visto che quando una notizia, vuoi per il titolo ,vuoi per l'argomento tira non ci sono trucchi che tengono.
Svolazzando tra le pieghe del web, infatti mi ero imbattuto nello sfogo di una studentessa che si lamentava della Gelmini e della sua riforma della scuola e dell'Università in particolare.
Come per magia sono piovuti moltissimi voti OK.
Insomma qualche bricconcello c'èl,qualcosa di strano succede, ma quando la news è "giusta" non c'è trucco che tenga

lunedì 13 ottobre 2008

Alzheimer: il morbo dei morti viventi

Parlo ancora dell’Alzheimer, questa terribile malattia, un pò per sfogo un pò per farla conoscere a quei pochissimi che mi leggono.

All’inizio sembra che tutto sia quasi normale, noti qualche dimenticanza in più, oppure senti ripetere da chi ti sta vicino sempre la stessa cosa incessantemente.Non ti preoccupi più di tanto, pensi che in fondo un pò di memoria sia naturale perderla.Poi le cose peggiorano, noti che anche le cose più elementari diventano difficili, diventa un’impresa adoperare il telefono o fare un caffè.La cosa terribile è che non c’è niente da fare;non si torna indietro.

Cominci allora a preoccuparti e cominciamo i consulti dai medici. Scopri che è difficile diagnosticare l’Alzheimer. Ti spiegano che la certezza ti potrà venire solo dopo la morte analizzando il cervello. E allora?

Allora il malato viene sottoposto a dei test, domande semplici e banali per verificare in maniera indiretta la presenza della malattia.Alla fine il responso.
Da quel momento impari che non esistono medicine, che non si guarisce.
La malattia non si ferma, i ricordi diventano sempre più sfocati, il malato non riconosce più dove abita, non ricorda il nome dei suoi cari, comincia a rispondere senza senso.
Poi non ti riconosce più, parla con la tv.Comincia a divorare qualsiasi cosa capiti a tiro commestibile o non.
Gli occhi comiciano a perdere quel barlume di vita.
Alla fine ti ritrovi con una persona che in fondo è come un bambino di pochi mesi, che non ti sa dire perchè piange, a cui devi cambiare i pannolini e che la notte non dorme.
E’ difficile resistere accanto a persone con l’Alzheimer, la stanchezza sembra non toccare il malato, ma deprime chi lo assiste.Nessuno ti aiuta, anche meritorie associazioni, possono poco.
Credo che solo chi ha avuto un’esperienza simile possa capire cosa dico.La realtà è veramente molto più brutta di qualsiasi racconto.

sabato 11 ottobre 2008

Il metodo Napoleone


Non è raro, anzi capita molto spesso di imbattersi in siti o libri che parlano di produttività personale,di come raggiungere il successo. Ricette ce ne sono di tutti i tipi, per lo più a pagamento.
Eppure,pensavo in questi giorni, perchè rivolgersi a questi santoni, guru o imbonitori, quando la storia ci ha fornito il più valido dei metodi?

Parlo,per l’appunto del metodo Napoleone.
Napoleone non era ricco, abitava in ua piccola isola, la sua famiglia era caduta in disgrazia. Il ritratto, insomma di un perdente senza speranza eppure quest’uomo a cui mancavano anche le doti fisiche riesce in pochi anni a diventare l’uomo più potente della terra, temuto e rispettato da tutti.

Qual era il suo metodo?Quale strategia vincente usava?

Bonaparte aveva nell’infanzia letto moltissimo, soprattutto libri di storia e questa abitudine lo accompagnerà fino alla morte.
Quindi primo punto leggere molto, in particolar modo biografie dei grandi personaggi del passato.

Napoleone,poi aveva una grande ambizione, credeva di essere un predestinato, non paventava nessun pericolo ed era fiducioso sempre della riuscita delle sue imprese.

Punto due: ambizione e fiducia in se stessi

Era infine un lavoratore instacabile, era sempre concentrato sulle cose che doveva fare, non si concedeva che pochi svaghi, non si lasciava irretire troppo dalle passioni, comprese quelle femminili.

Punto tre: capacità di lavoro e concentrazione

Questo a grandi linee,mi riprometto di analizzare piùnel dettaglio il metodo che forse vale più di tanti altri, perchè c’è la prova provata della sua riuscita, poi è gratuito, non promette niente prima dei prossimi trenta giorni.

Se vuoi sapere qualcosa in più,in generale su Napoleone e il suo mondo vai a aquila1769.wikidot.com ( il wiki è in costruzione, ma in rapida crescita).

Desirée Clary

Siamo nel 1795 a Marsiglia Napoleone conosce Desirée Clary, sorella di sua cognata Giulia.
Scoppia l'amore, sicuramente più da parte di Desirée che da parte di Bonaparte.
Solo dopo la morte di Desirée si scoprono delle lettere, che lei custodiva gelosamente, da cui si comprende come questo amore adolescenziale fosse stato importante.
Napoleone e Desirée, che secondo la moda dell'epoca si faceva chiamare Eugenia, si conoscono per l'appunto a Marsiglia e poco dopo presero impegno di matrimonio, seppure in modo non formale.
Bonaparte nel mentre è a Parigi alla disperata ricerca di un incarico militare poichè le sue finanze sono ridotte all'osso e ai suoi occhi il matrimonio con Desirée potrebbe essere una soluzione, pertanto spinge anche attraversol'opera del fratello Giuseppe in questa direzione.
Ma come ho detto Napoleone è a Parigi e lì comincia a frequentare qualche salotto,ma soprattutto comincia a restare ammaliato dalle donne parigine. Allora non si fa sentire lasciando Desirée nella piùcompleta disperazione tanto che lei scrive: "....vi dimostrerò che io so essere ben più fedele di voi ai miei giuramenti e che per quanto voi abbiate rotto ogni legame che ci univa, io non amerò mai un altro, nè mai mi mariterò..."
L'aquila, l'uomo di acciaio, l'orco vivrà da allora con il rimorso per questo amore mancato e lo dimostrerà dando innumerevoli prove di affetto a Desirée.
Comincia a cercarle un marito e quando scopre che Desirée si è ammogliata con Bernadotte, suo nemico non le porta rancore, tanto da accettare di fare da padrino al figlio di lei Oscar.
Bernadotte da allora in poi, ne combina di tutti i colori, ma Napoleone porge l'altra guancia sempre, a cominciare dal 18 brumaio, per continuare con l'affare Moreau. Non solo, ricolma Bernadotte e la moglie di titoli, appannaggi e denaro, continua a scrivere a Desirée, testimoniandole il suo affetto.
A Desiréè regala una delle tre pellicce dono dell'imperatore di Russia, preziose porcellane e quadri.
Ma la cosa più sorprendente è che non ostacola, anzi favorisce la nomina di Bernadotte a principe ereditario di Svezia, pregustando il momento in cui Desirée fosse diventata regina e il suo figlioccio re.
Di lì a poco Bernadotte si allea con i russi.
E Desiréè? Lei rimane pochissimo, il tempo dell'investitura in Svezia poi torna a Parigi nel suo palazzo di via Anjou.
Malgrado il tradimento e lo scoppio della guerra, Napoleone rispetta Desirée facendole discretamente sapere che sarebbe preferibile stesse accanto al marito.
Lei, invece vive come se nulla stesse accadendo, frequentando i suoi negozi e facendo la vita di sempre. Più di un sospetto rimane sul suo ruolo,perchè molti pensano che faccia da intermediaria tra Bernadotte,Fouchè e Talleyrand.
Anche dopo le sconfitte di Napoleone e il suo esilio Desirée resta a Parige partecipando anche alle reste in onore dello zar Alessandro. Non va in Svezia anche dopo l'incoronazione del marito, vi arriva solo molto dopo.
Muore nel 1860.
Ma allora chi era Desirèè, un'adolescente innamorata, una donna che approfitta di un'amicizia così importante, una traditrice, una vendicativa? E perchè conserva le lettere d'amore? Quali sono stati i suoi reali sentimenti?
E come si spiega che un uomo come Bonaparte che ha avuto rapporti con le donne sempre molto frettolosi, per il quale i sentimenti erano sicuramente messi in secondo piano, abbia per tutta una vita avuto una devozione e un affetto pure superiore a quello che nutriva per alcuni componenti della sua famiglia?

lunedì 6 ottobre 2008

Meditare

E' un pò di giorni che la mia attività principale è quella di leggere un pò di cose sulla meditazione.
Oddio,principale suona un pò come non facessi altro che leggere, mentre in realtà sono occupatissimo tra lavoro,figli e moglie. Diciamo che nei ritagli di tempo sto leggendo qualcosa sull'argomento meditare.
Mi sono fatto una mia idea che è questa: tutti affermano che non ci si deve aspettare nulla dalla meditazione, cioè se pensiamo che si tratti di un metodo per stare meglio,per vincere lo stress o anche per fare più soldi, allora siamo sulla strada sbagliata. Meditare è incontrarsi con se stessi a prescindere dai pensieri che ci disturbano. E' come sedersi sulla riva di un fiume e mettersi ad osservare noi stessi, con atteggiamento acritico.
Facile a dirsi, ma nella realtà le cose vanno un pò diversamente.
Prima di tutto devi trovare il tempo. Al mattino presto? Ma pensi, diamine già mi alzo alle 6,00 a che ora dovrei alzarmi per avere il tempo di meditare. Durante la giornata non se ne parla. A sera dovresti aspettare che tutti vanno a letto, ma quando vanno tutti a letto?Quando si sentirà spegnere il televisore? Se tutto va bene intorno a mezzanotte. A quel punto se provi a meditare, ti addormenti in 5 minuti. E se pure ti riesce ti restare sveglio arriverà sicuramente la moglie che in stile tackle di Materazzi ti urlerà: ma che ca.. stai facendo a quest'ora!!!!

domenica 5 ottobre 2008

Il ritorno

Ritorno su questo blog che avevo abbandonato per delle stranissime ragioni.
Sono contento di scrivere ancora. Scrivere è stata in fondo  da sempre la mia passione, solo che le circostanze della vita sono state tali da impedirmi di farlo con costanza  e impegno.
Ora cercherò di dedicarmi di più a me stesso e quindi voglio riprendere a parlare di me stesso, della mia vita, dei miei interessi. Vorrei far conoscere quello che penso, quello a cui credo.
O forse non mi interessa far conoscere niente , voglio solo mettere da qualche parte i miei pensieri,per essere sicuro che esisto.