Visualizzazione post con etichetta morte. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta morte. Mostra tutti i post
venerdì 15 luglio 2016
venerdì 18 aprile 2014
18 aprile 1955 muore Albert Einstein
Si spegneva 59 anni fa a Princeton il più grande genio del XX secolo.
Einstein ha rivoluzionato la fisica proponendo con la sua teoria della relatività un altro modello possibile oltre a quello classico Newtoniano.
Un'intuizione formidabile che lo eleva al di sopra di tutti gli altri uomini di scienza che pure furono tanti nel tempo in cui visse.
La popolarità, la fama non lo cambiarono. Egli rimase un uomo semplice.
Un unico rimpianto fu quello di aver scritto al Presidente Roosevelt informandolo della possibilità dell'impiego a scopi bellici dell'energia atomica, invitando il Presidente stesso a incentivare le ricerche in tal senso.
Dopo la fine della guerra Einstein, ammise di aver sbagliato a inviare quella lettera, visto l'eccidio di Hiroshima e Nagasaki, ma giustificò il suo gesto con il timore che la bomba atomica potesse finire nelle mani di Hitler.
Einstein morì il 18 aprile 1955. Il giorno prima si era sentito male. Era scoppiata l'aorta addominale, già operata 7 anni prima per un aneurisma.
Einstein non volle sottoporsi ad un'altra operazione chirurgica. Queste le sue parole:
Si spense così a 76 anni un uomo il cui nome è sinonimo di genio
Einstein ha rivoluzionato la fisica proponendo con la sua teoria della relatività un altro modello possibile oltre a quello classico Newtoniano.
Un'intuizione formidabile che lo eleva al di sopra di tutti gli altri uomini di scienza che pure furono tanti nel tempo in cui visse.
Einsteinnon fu solo un grande scienziato.
La popolarità, la fama non lo cambiarono. Egli rimase un uomo semplice.
Un unico rimpianto fu quello di aver scritto al Presidente Roosevelt informandolo della possibilità dell'impiego a scopi bellici dell'energia atomica, invitando il Presidente stesso a incentivare le ricerche in tal senso.
Dopo la fine della guerra Einstein, ammise di aver sbagliato a inviare quella lettera, visto l'eccidio di Hiroshima e Nagasaki, ma giustificò il suo gesto con il timore che la bomba atomica potesse finire nelle mani di Hitler.
Einstein morì il 18 aprile 1955. Il giorno prima si era sentito male. Era scoppiata l'aorta addominale, già operata 7 anni prima per un aneurisma.
Einstein non volle sottoporsi ad un'altra operazione chirurgica. Queste le sue parole:
" Voglio andare quando voglio. E' innaturale prolungare la vita artificialmente. Ho fatto la mia parte, ora è il momento di andare. Lo farò con eleganza".
Si spense così a 76 anni un uomo il cui nome è sinonimo di genio
martedì 6 settembre 2011
Sono forse un pò cattivo..
Certi uomini sono morti e ne sono cordialmente contento, certi uomini ancora vivono, di cui morte contribuirà al mio piacere o almeno ad una certa soddisfazione mentale, simile a quella che si prova quando la macchina lavastrade porta via una certa quantità di detriti.Ezra Pound
Mi trovo a condividere questo pensiero, eppure non mi sembra di essere cattivo, forse è solo l'età che avanza!
Etichette:
cattivi,
Ezra Pound,
morte,
pensieri
giovedì 15 gennaio 2009
Una bambina che voleva dipingere la pace
n guerra, in tutte le guerre del mondo, in quelle che ci sono state,
che ci sono e che, purtroppo, ci saranno, le vittime più innocenti e
strazianti sono sempre i bambini. Bambini uccisi, feriti, mutilati,
che perdono genitori, parenti, casa, scuola, sogni, speranza. A Gaza,
in Africa, in Asia ,in tutte le parti del mondo gli sguardi dei
bambini persi nell'incubo dlla guerra sono sempre gli stessi :
occhioni spalancati per l'orrore e la paura,occhi che hanno visto cose
che alla loro età non avrebbero mai dovuto nemmeno immaginare, sguardi
che ci perseguitano e ci fanno sentire impotenti,sguardi di bambini
che vorremmo stringere forte, consolare ,e non sappiamo come.
Una bambina israeliana di 12 anni, T.Sarek scrisse questa poesia,un
ingenuo e toccante appello alla pace. Sono passati anni e nulla è
cambiato, nessuno ha ascoltato, il rumore del mondo è troppo forte per
la flebile voce dei bambini: Ascoltiamola adesso, ascoltiamo le sue
parole leggere che nascondono le grida di dolore e disperazione di
tanti bambini, le loro lacrime, la loro paura, aiutiamoli a dipingere
la pace.
HO DIPINTO LA PACE
Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi,altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per la sabbia ardente,
ma avevo l'arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
che ci sono e che, purtroppo, ci saranno, le vittime più innocenti e
strazianti sono sempre i bambini. Bambini uccisi, feriti, mutilati,
che perdono genitori, parenti, casa, scuola, sogni, speranza. A Gaza,
in Africa, in Asia ,in tutte le parti del mondo gli sguardi dei
bambini persi nell'incubo dlla guerra sono sempre gli stessi :
occhioni spalancati per l'orrore e la paura,occhi che hanno visto cose
che alla loro età non avrebbero mai dovuto nemmeno immaginare, sguardi
che ci perseguitano e ci fanno sentire impotenti,sguardi di bambini
che vorremmo stringere forte, consolare ,e non sappiamo come.
Una bambina israeliana di 12 anni, T.Sarek scrisse questa poesia,un
ingenuo e toccante appello alla pace. Sono passati anni e nulla è
cambiato, nessuno ha ascoltato, il rumore del mondo è troppo forte per
la flebile voce dei bambini: Ascoltiamola adesso, ascoltiamo le sue
parole leggere che nascondono le grida di dolore e disperazione di
tanti bambini, le loro lacrime, la loro paura, aiutiamoli a dipingere
la pace.
HO DIPINTO LA PACE
Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi,altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per la sabbia ardente,
ma avevo l'arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)




