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venerdì 12 dicembre 2025

I sogni che fanno vincere: perché cerchiamo numeri ovunque

I sogni che fanno vincere: piccola psicologia semiseria dell’illusione del denaro

Un sogno che può diventare denaro



C’è un momento preciso, nella vita di molti italiani, in cui l’ordinaria fragilità dell’essere umano si trasforma in matematica creatività: la mattina dopo un sogno strano.

Ti svegli, guardi il soffitto e pensi: “Chissà quanto vale questo sogno”. Perché dire la verità è inutile: noi non sogniamo mai per il gusto di sognare. No, noi sogniamo per giocare.

Un oggetto, un animale, una voce nel sonno, un parente morto che ti parla, un ascensore che non arriva mai: tutto diventa immediatamente un numero. E non un numero qualsiasi, ma “quello che potrebbe cambiare la vita”.

Benvenuti nella psicologia semiseria dei sogni che fanno vincere, una tradizione che sopravvive da secoli e che nessuna tecnologia potrà mai cancellare. Neppure lei, la nuova intelligenza artificiale che tutto sa e tutto risponde. Perché c’è un punto segreto dell’essere umano in cui la logica non entra, e quel punto si chiama speranza di soldi facili.

mercoledì 26 novembre 2025

Come trovare la forza di ricominciare: riflessioni pratiche per una nuova vita

 Ricominciare quando sei stanco di ricominciare: come reinventare la tua vita anche quando sembra impossibile

solitudine

Introduzione: la stanchezza di chi non si arrende

Ci sono periodi della vita in cui ricominciare sembra l’unica strada.
Ma quando hai ricominciato già troppe volte, quando hai fatto salti nel buio, quando hai investito energie, tempo, amore, e ti ritrovi ancora al punto di partenza… allora la parola “ricominciare” può diventare perfino fastidiosa.

Eppure, è proprio in quei momenti che si costruisce la parte più vera di noi.

Ricordo una frase che mi ha sempre colpito:
“Non sei stanco di ricominciare. Sei stanco di ricominciare nello stesso modo.”

Ed è enorme.
Perché è lì il centro della questione: non è il ricominciare che ci distrugge, ma l’idea di ripetere schemi che non funzionano.


1. Perché ricominciare fa così paura?

La psicologia lo dice chiaramente:
l’essere umano teme la perdita più di quanto desideri il guadagno.
Si chiama loss aversion (lo spiegano bene Kahneman e Tversky, https://scholar.harvard.edu/files/shleifer/files/behavioral.pdf).

Quando ricominci:

  • non sai dove andrai

  • non sai se sarai all’altezza

  • non sai se troverai ciò che cerchi

  • non sai se stavolta cambierà davvero

È come navigare con la bussola rotta ma con la certezza che restare fermi non salverà mai nessuno.


2. La verità nascosta: ogni inizio è una dichiarazione di coraggio

Ricominciare non significa “non avercela fatta”.
Significa che non hai accettato una vita che non era la tua.

Chi ricomincia è uno che:

  • non si rassegna

  • si rifiuta di essere definito dal passato

  • ha abbastanza amor proprio da cercare ancora il meglio

  • capisce che la propria vita può cambiare anche a 40, 60 o 90 anni

La seconda vita, si dice, comincia il giorno in cui capisci di averne una sola.


3. La fatica emotiva di chi è sempre stato forte

Ci sono persone che tutti credono “forti”.
Quelle che si rialzano da tutto. Quelle che risolvono problemi. Quelle che sembrano avere infinite risorse morali.

Ma essere sempre forti stanca.

Stanca perché:

  • reggi pesi che nessuno vede

  • sorridi quando vorresti fermarti

  • rincuori gli altri mentre dentro tu crolli

  • vai avanti per dovere, non per entusiasmo

E quando arriva il momento di ricominciare, ti sembra di non avere più energie.
In realtà, non ti manca la forza: ti manca un motivo nuovo per usarla.


4. La domanda che cambia tutto: “Sto ricominciando per me?”

Molti ricominciano per:

  • accontentare qualcuno

  • sfuggire qualcosa

  • riempire un vuoto

  • provare che valgono

  • ripetere un copione familiare

Ma ricominciare per sé, con intenzione, con lucidità… quello è altro.

È un atto di identità.

Significa dire:
“Questa volta costruisco la mia versione migliore, non la versione che serve agli altri.”


5. Come ricominciare in modo diverso (e finalmente efficace)

A. Spezza il ciclo delle abitudini vecchie

Un 5% di cambiamento quotidiano cambia la traiettoria di una vita intera.
(Lo spiega bene James Clear in Atomic Habits.)

B. Scegli un obiettivo solo

Quando ricominci da stanco, meno è meglio.
Una direzione chiara crea energia.

C. Non chiederti “quanto ci vorrà”

Chiediti:
“Cosa posso fare nei prossimi 20 minuti?”
La motivazione nasce dal movimento, non dalle intenzioni.

D. Riconosci i tuoi cicli

Ognuno di noi cade sempre negli stessi punti:

  • relazioni sbagliate

  • progetti iniziati e mai finiti

  • eccesso di aspettative

  • bisogno di riconoscimento

Vederli è già metà guarigione.

E. Dai un senso al dolore

Se soffri, non significa che hai fallito.
Significa che stai cambiando pelle.


6. La parte più difficile: non guardare indietro

Quando ricominci, il passato chiama.
Ti dice:

  • “Sei già caduto, cadrà di nuovo.”

  • “Non sei fatto per questo.”

  • “Non cambierai mai.”

È il cervello che vuole proteggerti.
Ma la protezione non è libertà.

Ogni passo avanti è un piccolo tradimento del passato.
Ed è un tradimento necessario.


7. La parte più bella: la versione che stai diventando

Ogni volta che ricominci, una parte vecchia di te muore e una nuova nasce.

E quella nuova versione:

  • è più forte

  • è più saggia

  • è più libera

  • è più autentica

Non ricominci mai da zero:
ricominci da te.

Con tutto quello che hai imparato.
Con tutte le ferite che ti hanno reso più vero.
Con un bagaglio di consapevolezza che dieci anni fa non avevi.


8. Una riflessione personale 


Ci sono giorni in cui sento addosso tutta la stanchezza degli anni, dei tentativi, delle speranze andate male. Ma proprio in quei giorni capisco perché ancora ci provo. Perché, alla fine, nessuno verrà a salvarci.
Ci salviamo da soli, un pezzo alla volta.
E allora ricomincio. Non perché devo. Ma perché è l’unico modo per essere fedele alla parte migliore di me.

sabato 11 dicembre 2021

La psicologia dei colori

Essere al verde, rosso di rabbia o di umore nero.

psicologia colori

giovedì 5 febbraio 2009

Vuoi un aumento?Offri un Te' caldo al tuo capo

.Lo sanno tutti :
davanti a una bella tazza di caffè o di tè caldo ci sentiamo subito
più ben disposti verso gli altri, ci rilassiamo, ci lasciamo andare a
chiacchiere e confidenze.A casa, al bar, in ufficio davanti al
distributore automatico ,sorseggiando una bevanda fumante si
intrecciano o si consolidano amicizie, si stringono accordi, ci si
sente a proprio agio.Per noi è solo la conseguenza naturale di un
momento di pausa e di relax, ma in realtà c'è una spiegazione
scientifica : il calore stimola la corteccia insulare ,cioè la parte
del cervello che regola particolari tratti della personalità come
l'espansività, la generosità la socievolezza.Proprio per dimostrare
gli effetti del calore sulle emozioni umane, uno scienziato americano
della Yale University ha condotto un singolare esperimento :a due
gruppi di volontari sono stati offerti dei buoni con cui comprare un
regalo per sè o per un amico. Al primo gruppo è stato offerto un tè
caldo, al secondo un tè freddo. Chi ha ricevuto la bevanda calda si è
mostrato molto generoso, scegliendo di offrire il regalo a un amico,
chi invece ha avuto la bibita fredda ha preferito tenere il buono per
sè.La controprova è stata ancora più sorprendente : al gruppo che
aveva avuto il tè caldo è stata data una borsa d'acqua fredda da
tenere in grembo, l'altro gruppo ha ricevuto una borsa d'acqua calda.
E i comportamenti si sono completamente ribaltati :con la borsa
d'acqua fredda i generosi si sono " raffreddati " , stavolta hanno
scelto di tenere il regalo, gli altri invece sono diventati di colpo
più disponibili offrendo il buono a un amico. Il calore, dunque, ci
condiziona notevolmente e in meglio.Quindi, se volete chiedere un
aumento, una promozione o anche un semplice permesso presentatevi al
vostro capo con una tazza di caffè o di tè bello caldo, avrete buone
possibilità di essere accontentati.

domenica 11 gennaio 2009

Destruction Therapy :Spaccate tutto per eliminare lo stress ( MA NON FATELO DAVANTI AI BAMBINI )

A tutti è capitato, prima o poi , di rompere per rabbia, per
frustrazione o durante un litigio un piatto, un vaso o qualunque altro
oggetto che avevamo sotto mano, anche di valore, e di sentirci dopo lo
sfogo più calmi, come scaricati.
Questa sensazione di " alleggerimento mentale " è alla base della
Destruction Therapy , cioè una terapia psicologica che, attraverso la
distruzione volontaria di oggetti di vario genere, permette di
scaricare lo stress e la rabbia accumulati a causa dei problemi della
vita quotidiana. Vengono organizzate un pò dappertutto " sedute"
terapeutiche in cui si possono fare a pezzi elettrodomestici e
computer in disuso, in tutta sicurezza, equipaggiati con abbigliamento
e accessori antinfortunistici. Addirittura neli USA ci sono negozi in
cui si possono distruggere, a pagamento, interi servizi di stoviglie,
anche pregiati. Questa terapia la possiamo seguire gratis anche a casa
nostra: cominciamo a mettere da parte piatti, bicchieri e oggetti che
non ci servono più e sfoghiamoci quando sentiamo che stiamo per
esplodere.Ma è meglio evitare di farlo davanti a bambini e
adolescenti: Conosciamo tutti, purtroppo, il fenomeno dei baby vandali
che, per stupido gioco o per noia distruggono aule scolastiche e
arredi urbani. Vedendoci all'azione potrebbero prenderci come esempio
e colti sul fatto potrebbero rispondere che lo fanno anche loro per
terapia.