martedì 30 novembre 2021

Come morì Napoleone?

La morte non è nulla, ma vivere senza gloria è morire ogni giorno
Napoleone Bonaparte

 


Mi è sempre piaciuto questo personaggio venuto dal nulla, cresciuto senza padre, per un periodo anche povero. Un ragazzo vissuto nel bel mezzo di una grande rivoluzione, non bello e nemmeno con un gran fisico che diventa Imperatore dei Francesi, conquista mezza Europa, promulga leggi e riforma lo Stato rendendolo efficiente e moderno.

Come non essere affascinati da tale capacità e come non cercare di comprendere come Bonaparte sia riuscito nelle sue imprese?

La rabbia e l'ambizione

ritratto Napoleone



La prima  molla che guidò le azioni di Napoleone fin dall'adolescenza fu la rabbia.

Rabbia alimentata dall'invasione francese della Corsica, dal suo buffo nome che i compagni della scuola militare storpiavano per prenderlo in giro. Ancora rabbia per le sue condizioni economiche. Rabbia ben celata per essere rimasto orfano di padre da adolescente.

Napoleone trasformò questa rabbia in una feroce ambizione, in una smisurata voglia di affermarsi.

Gli inizi non furono facili, tanto che in alcuni scritti giovanili e in una lettera indirizzata al fratello Giuseppe parla di suicidio.

La Rivoluzione francese


La Rivoluzione francese aiutò di certo l'ascesa di Napoleone.
Col vecchio regime Bonaparte avrebbe potuto aspirare solo a una carriera militare che all'apice lo avrebbe portato a essere un colonello o generale.

Furono le guerre rivoluzionarie, quelle che scoppiarono all'indomani della rivoluzione a cambiare le cose. Le potenze europee inorridite e preoccupate dal regicidio dichiararono guerra alla Francia.

 I quadri militari francesi erano costituiti dai nobili che in maggioranza erano fuggiti per cui i nuovi ufficiali di alto grado si formavano sul campo e la carriera era rapida e veloce.

La vita di Napoleone

Napoleone imperatore



Napoleone dopo aver tentato la fortuna in Corsica, sperato in un matrimonio di interesse con la più piccola delle sorelle Clary, Desirèe si affermò nei salotti parigini e con il Direttorio sventando un attacco popolare al governo.

Lo fece alla sua maniera col cannone.

Quella situazione fu la vera svolta della sua vita insieme al matrimonio con la vedova Beauharnais la creola Giuseppina.
Seguirono la Campagna d'Italia, quella d'Egitto, il colpo di stato del 18 brumaio del 1799, il Consolato e l'Impero.
Nel mezzo tante battaglie e guerre della Francia contro le potenze europee coalizzate.

Napoleone non si limitò a essere un condottiero, ma nei pochi anni di pace riformò la Francia dandole un nuovo Codice Civile in alcun articoli ancora in vigore, modernizzò l'mministrazione dello Stato, sanò i bilanci, diede impulso all'Istruzione, si fece promotore di grandi opere pubbliche e stipulò un Concordato con la Chiesa Cattolica.

Il Piccolo Caporale della Prima Campagna d'Italia si era trasformato in un Imperatore.
La gloria non fu solo la sua perché cominciò a distribire regni ai suoi fratelli e onorificenze ai suoi Marescialli.

Un giudizio storico sospeso

portrait napoleone



La breve storia che ho tratteggiato di Napoleone, conosciuta ai più, vuole sottolineare il fascino del personaggio senza entrare nel merito del giudizio storico.

Proprio nell'anno del bicentenario della morte di Bonaparte si è aperto, infatti un dibattito in Francia sulla figura di Napoleone per cui alcuni lo ritengono un orco assetato di sangue e quindi una figura da non celebrare, altri sono orgogliosi dell'opera di Bonaparte e del ruolo della Francia agli inizi del 1800.

Essendo un fans di Napoleone il mio giudizio sul personaggio storico non può che ssere positivo, ma ora non mi interessa tessere le lodi di Bonaparte.

Il fascino di Napoleone Bonaparte


Quello che da sempre mi ha colpito di Napoleone è stato il suo sapersi affermare tra le difficoltà. La sua strategia è tracciata dalla sua vita stessa. Agli inizi si ritirò in se stesso, scontroso, timido, introverso. Napoleone nei primi anni di vita, infatti è un avido lettore che visualizza nella sua mente grandi imprese, che si veste degli abiti di quei personaggi come Alessandro Magno, Cesare e Carlo Magno che tanto ammira.

firma Napoleone



Il suo sapere è disordinato. Egli legge di tutto dalle tragedie, ai saggi, alle opere dei grandi dell'Illuminismo. L'insieme di tali letture forma il carattere di Napoleone che assorbe tutto, sottolinea e ricorda alla perfezione, citando a distanza di anni date e fatti della storia sorprendendo chi gli sta accanto.

La prima sfida che vince è a Tolone dove riesce a espugnare la città bloccata dalle navi inglesi nel porto con un abile cannoneggiamento. Napoleone comincia a distinguersi a far vedere il suo genio e la sua abilità.
Non si ferma,  le sue visioni sono sempre più grandi, le sue sfidi ai limiti della follia.

Quando va per la prima volta in Italia i suoi piani di guerra sembrano solo lo svolgimento di un compito già studiato nel passato.

L'impresa, però più visionaria è quella in Egitto. Napoleone parte  con un esercito alla volta dell'Egitto. Nella sua mente ci sono le imprese di Alessandro Magno che probabilmente avrebbe tentato di ripercorrere se gli Inglesi non gli avessero affondato la flotta ad Abukir tagliandoli le vie di fuga e incontrato una resistenza insormontabile a San Giovanni d'Acri.

Come non ammirare Napoleone che parte da zero, anzi svantaggiato e solo grazie al suo genio riesce a diventare padrone di tutto, sedendo da pari a pari al tavolo dei re, dei principi e degli Imperatori ? In ultimo riesce anche a sposare una principessa di sangue reale, Maria Luisa un'Asburgo da cui ha l'agognato erede.

Qualcuno obietterà che il finale non è stato all'altezza, che Napoleone è finito sconfitto ed esiliato.
E' vero. Visioni sempre più immaginifiche accoppiate con un senso di invincibilità e di stanchezza provocarono la fine dell'Impero di Napoleone, ma questo nulla toglie alla sua grandezza che si esplicò anche in esilio.

La costruzione della leggenda napoleonica


Napoleone a Sant'Elena



Il piano di napoleone a Sant'Elena fu geniale. Quando si accorse che la fuga era impossibile viste le paranoiche misure di sicurezza pensate dagli Inglesi e messe in atto dal Governatore dell'isola Hudson Lowe, Napoleone cercò di costruire la sua leggenda.

Dettò le sue memorie, che in breve tempo divennero dei best seller,  nelle quali volle giustificare tutte le sue azioni mettendo in rilievo i suoi intenti pacifici e la sola sua volontà di rendere la Francia una nazione grande e temuta e moderna. 

Gli impedimenti venivano dagli Inglesi per pure ragioni politiche e commerciali. Gli stessi Inglesi che avevano carpito la sua buona fede e lo avevano di fatto impriogionato a Sant'Elena. Napoleone sottolineò poi le crudeli condizioni di cattività e i soprusi di Hudson Lowe.

Lo scopo di Napoleone è ben chiaro. Il suo martirio fisico e politico potrebbe innescare in Europa un moto di revisionismo e seppure sappia che il suo ritorno sia improbabile pensa alla successione, alla possibilità che il figlio possa rimettere piede sul trono di Francia.

Il progetto non va  buon fine, ma Napoleone comunque costruisce la sua leggenda stando in esilio. Una leggenda che dura ancora oggi.

La lezione che vuene da Napoleone è che quando il talento incontra l'ambizione, la perseveranza, la costanza e l'immaginazione nessun obiettivo è precluso.

Approfondimenti sulla figura di Napoleone



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