venerdì 24 giugno 2016

Gauss e la via alternativa

Johann Carl Friederich Gauss è probabilmente il più grande matematico di tutti i tempi. Innumerevoli le sue scoperte, dalla dimostrazione del teorema fondamentale dell'algebra, alla teoria dei numeri, senza contare il fondamentale impulso dato all'astronomia e alla statistica.

Non per niente Gauss viene definito il Principe dei Matematici.

Gauss

Le scoperte di Gauss sono ormai patrimonio dell'umanità, ma oggi di Gauss voglio ricordare il più famoso aneddoto che lo riguarda che ci può dare lo spunto per altre riflessioni.

Questo l'aneddoto:

Gauss ha 9 anni. A scuola il professore di matematica, tale J.G Buttner è infastidito dal vociare dei bambini. Volendo zittirli per un po' gli assegna un compito facile, ma in grado di tenerli buoni per una buona mezzora. Buttner dice ai suoi alunni di sommare i numeri da 1 a 100.

Dopo un paio di minuti Gauss è in piedi vicino alla cattedra. Buttner guarda torvo l'insolente bambino, che, però ha in mano un foglio con su scritta la soluzione:5050

Non è dato di sapere con certezza come il piccolo Gauss riuscì a dare la risposta in tempi così brevi. Probabilmente egli riuscì a capire che la somma di 100+1 era 101 così come 99+2, 98+3 e così via per 50 volte, per cui era semplice moltiplicare 101 per 50 e avere la soluzione del problema.

Il fatto di aver trovato un modo, un metodo alternativo, alla mera somma di 1+2+3+...+100, costituisce quella che viene chiamata per l'appunto la via alternativa.
In ogni problema sia esso psicologico, scientifico, letterario esiste sempre un altro modo, un'altra strada per affrontarlo. Certo ci vuole una certa apertura mentale e una buona dose di intelligenza, ma questo ci deve spronare a trovare la via alternativa in ogni aspetto della nostra vita. A volte le soluzioni sono più semplici e rapide di quanto ci possiamo aspettare, basta cercarle.

domenica 1 maggio 2016

Ganbatte Kudasai

Metticela tutta in Giapponese

mercoledì 16 marzo 2016

Come incrementare le visite al blog

Credo che questo sia il tipo di post più diffuso sul web.

Tutti coloro che aprono un blog hanno il desiderio di essere letti. Nulla di più frustrante che scrivere un post e vedere che nessuno ci capiti sopra, nemmeno per sbaglio, che Google non se lo fili proprio Un blog, insomma che non legge nemmeno tua madre o tua sorella.




Cominci allora a cercare delle strategie, delle dritte per capire come fanno alcuni che pubblicano delle amene sciocchezze ad avere migliaia di visualizzazioni.

Il consiglio numero 1 è sempre lo stesso: scrivere contenuti di qualità. 


  • lapalissiano, ma sicuramente vero. Certo se mi metto a copiare o scrivo giusto due righe è più che probabile che nessuno mi legga. E' anche vero, però che il web è pieno di blog o siti con contenuti veramente notevoli, ma con poco traffico e altri veramente penosi con tante visite. Volendo rimanere nel "giusto mezzo" diciamo che è condizione necessaria, ma non sufficiente scrivere bene avendo contenuti di valore
Il consiglio numero 2 è:

  • scegliere argomenti interessanti. Anche qui siamo all'ovvio, ma chi scrive in un blog,  tratta di argomenti che lo interessano. Nulla può fare se gli stessi o sono tropo inflazionati o non interessano. La soluzione è quella di  studiare. Specializzarsi in un argomento di nicchia e trattare dello stesso. Difficile? Sì, penso proprio di sì.

Il consiglio numero 3 è diffondere:

  • Se Maometto non va alla montagna, se, cioè nessuno capita sul tuo blog allora devi essere tu che devi andare dai tuoi potenziali lettori. Il mezzo è quello dei Social (Facebook, Twitter, Pinterest) o degli aggregatori di notizie ( Ok Notizie, Diggita,Fai Informazione). Iscriversi a gruppi, forum, che trattano degli argomenti del tuo blog e postare sugli stessi. Strategia semplice che porta a qualche risultato, ma che non risolve il nostro problema di visibilità.
Il consiglio numero 4 è:

  • Scrivere spesso, tenere il blog aggiornato, commentare negli altri blog. La cosa è fattibile, ma il tempo da dedicare comincia a essere tanto, forse troppo.
Conclusione:

Gli ingredienti di cui sopra sono classici e conosciuti. Formule magiche non ve ne sono, diciamo che ci vuole tanta applicazione, tanta costanza e forse  un pizzico di fortuna

Il pastore della meraviglia

A Napoli il presepe è più di una tradizione soprattutto per quelli della mia età.


Nella mia infanzia, la costruzione del presepe era un appuntamento che aspettavo con ansia.

pastore della meraviglia

Vedevo mio padre cominciare a inizio novembre a trasportare in casa pezzi di legno e di sughero e capivo che ormai l'ora era giunta.
Papà declamava le sue intenzioni costruttive, come un architetto che spiega il suo progetto.
" Quest'anno il presepe lo faccio diverso. Le grotte a destra e tutto il paese a sinistra"
Io e le mie sorelle incantati davamo la nostra incondizionata e non richiesta approvazione.
Solo mamma sembrava non essere particolarmente felice. Sapeva che per un mese e mezzo la casa sarebbe stata invasa da polvere e da puzza di colla.
Dopo una rapida consultazione con mia madre si liberava un pezzo del salotto per fare spazio al presepe. Ogni sera, ma soprattutto nei fine settimana cominciava il lavoro. Prima il progetto, poi lo scheletro e così giorno dopo giorno il presepe prendeva forma.
Le montagne, le grotte . Poi i particolari, le strade, l'illuminazione, i decori.

Restavo incantato a guardare, mi sembrava di assistere a qualcosa di  magico.

Quando ormai il presepe era finito veniva il momento in cui noi bambini diventavamo protagonisti: la posa dei pastori.

Dalla soffitta veniva tirata giù la scatola con le statuine ognuna avvolta con cura in un foglio di giornale.

Cominciavamo a scartarle ed ecco che comparivano gli zampognari, il cacciatore, la Madonna, San Giuseppe, gli angeli, e tutta una serie di pastori.
C'era quello con la pecorella sulle spalle, Benito il pastore dormiente, il pescatore, il caldarrostaio, il pescivendolo.
 Il pastore che mi piaceva di più è quello che a Napoli chiamiamo "il pastore della meraviglia". Esso è raffigurato quasi sempre con le mani alzate e la bocca aperta  con l'espressione tipica di chi assiste a qualcosa di fenomenale e inaspettato.

Oggi sulla mia scrivania fa bella presenza proprio questa statuina Mi fa compagnia e mi fa ricordare i tempi passati.

Numeri

La mia vita è fatta di numeri.

Ho avuto sempre un'incredibile dote che è quella di ricordare tutti i numeri che incontravo.

Li leggo e li memorizzo. Essi cominciano a far parte della mia vita, compagni più indissolubili di un matrimonio cristiano.


Quando non mi servono più li vorrei scacciare, vorrei cacciarli via, anche in malo modo.

Loro no, non se ne vogliono andare e rimangono fissati, scolpiti nella mia memoria.

E così si fanno compagnia vecchi numeri telefonici, targhe di auto, date di nascita. Non sembrando soffrire del sovraffollamento, anzi cercano sempre nuove compagnie.

Sono anche giocherelloni i miei numeri, ogni tanto fanno capolino, si presentano prepotenti e mi fanno ricordare il tempo passato, anche quello che vorrei tenere chiuso in un'ermetica scatola.

Compagni numeri ogni tanto vi odio, ma non posso fare a meno di voi.