mercoledì 16 marzo 2016

Il pastore della meraviglia

A Napoli il presepe è più di una tradizione soprattutto per quelli della mia età.


Nella mia infanzia, la costruzione del presepe era un appuntamento che aspettavo con ansia.

pastore della meraviglia

Vedevo mio padre cominciare a inizio novembre a trasportare in casa pezzi di legno e di sughero e capivo che ormai l'ora era giunta.
Papà declamava le sue intenzioni costruttive, come un architetto che spiega il suo progetto.
" Quest'anno il presepe lo faccio diverso. Le grotte a destra e tutto il paese a sinistra"
Io e le mie sorelle incantati davamo la nostra incondizionata e non richiesta approvazione.
Solo mamma sembrava non essere particolarmente felice. Sapeva che per un mese e mezzo la casa sarebbe stata invasa da polvere e da puzza di colla.
Dopo una rapida consultazione con mia madre si liberava un pezzo del salotto per fare spazio al presepe. Ogni sera, ma soprattutto nei fine settimana cominciava il lavoro. Prima il progetto, poi lo scheletro e così giorno dopo giorno il presepe prendeva forma.
Le montagne, le grotte . Poi i particolari, le strade, l'illuminazione, i decori.

Restavo incantato a guardare, mi sembrava di assistere a qualcosa di  magico.

Quando ormai il presepe era finito veniva il momento in cui noi bambini diventavamo protagonisti: la posa dei pastori.

Dalla soffitta veniva tirata giù la scatola con le statuine ognuna avvolta con cura in un foglio di giornale.

Cominciavamo a scartarle ed ecco che comparivano gli zampognari, il cacciatore, la Madonna, San Giuseppe, gli angeli, e tutta una serie di pastori.
C'era quello con la pecorella sulle spalle, Benito il pastore dormiente, il pescatore, il caldarrostaio, il pescivendolo.
 Il pastore che mi piaceva di più è quello che a Napoli chiamiamo "il pastore della meraviglia". Esso è raffigurato quasi sempre con le mani alzate e la bocca aperta  con l'espressione tipica di chi assiste a qualcosa di fenomenale e inaspettato.

Oggi sulla mia scrivania fa bella presenza proprio questa statuina Mi fa compagnia e mi fa ricordare i tempi passati.

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