Ogni tanto ci penso, quando vedo un suo film o qualche vecchia
scenetta della Smorfia.
Penso a quanti suoi film non vedremo mai,quante battute non sentiremo mai
.E' scomparso troppo presto, è stata una perdita immensa non solo per la sua famiglia e i suoi amici, ma
anche per tutti quelli che avevano imparato ad amarlo, per la sua comicità mai scontata, per la maschera del suo volto, per il tormento che a volte traspariva dalle sue espressioni.
Ho trovato questa poesia scritta da uno dei suoi più grandi amici, Roberto Benigni, che esprime
il sentimento che tutti noi proviamo pensando a lui e alla sua arte.
Non so cosa teneva dint'a capa,
intelligente,generoso,scaltro,per lui non vale il detto che è del Papa :
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella tarantella.
Ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di "jamme, o'saccio, 'naggia, oilloc, azz !"
era come parlare col Vesuvio
era come ascoltare del buon jazz.
" Non si capisce " urlavano sicuri
questo Troisi se ne resti al sud
adesso lo capiscono i canguri,
gli indiani e i miliardari di Hollywood.
Con lui ho capito la bellezza
di Napoli, la gente e il suo destino
e non m'ha mai parlato della pizza
e non m'ha mai suonato il mandolino
O Massimino, io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro
ha fatto più miracoli il tuo verbo
che quello dell'amato San Gennaro.
lunedì 19 gennaio 2009
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