Il Vesuvio visto dallo spazio |
L'ingegnere Dobran ha realizzato un modello informatico con i dati delle passate eruzioni del vulcano, in particolare quella del 79 d.c, in più Dobran si è avvalso delle serie storiche delle passate eruzioni arrivando alla conclusione che il Vesuvio erutta in modo lieve ogni 30/40 anni, in maniera media ogni 500 anni mentre eruzioni disastrose avvengono ogni mille anni. Mettendo insieme tutti questi dati Dobran e la sua equipe sono giunti alla conclusione che il Vesuvio prima o poi esploderà : una massa di magma incadescente rotolerà alla velocità di 100 metri al secondo lungo le sue pendici raggiungendo in pochi minuti popolose cittadine come Ottaviano, Boscoreale, Torre del Greco e Torre Annunziata.
Uno scenario catastrofico. C'è da dire che il Vesuvio dal punto di vista scientifico è il vulcano più monitorato al mondo. L'Osservatorio Vesuviano, pur nella carenza di fondi, svolge un importante opera di prevenzione, per cui un'eruzione come quella descritta da Dobran non potrebbe accadere all'improvviso. Segnali premonitori permetterebbero agli esperti di dare l'allarme.
E qui arrivano le note dolenti. Piani di evacuazione esistono, ma solo sulla carta. Le vie di fuga sono inesistenti per non parlare delle centinaia di abitazioni fatte costruire proprio alle pendici del Vulcano.
Eruzione del 1944 |
Nel passato è stata svolta una sola esercitazione di massa, ma con risultati piuttosto scarsi.
Qualunque sia lo scenario e pur non volendo dare eccessivo credito alle previsioni di Dobran, resta il problema che il Vesuvio è un vulcano attivo per cui un'eruzione, catastrofica o benigna è possibile e più passa il tempo sempre più probabile, quindi i piani di sicurezza dovrebbero essere presenti e aggiornati.