lunedì 1 dicembre 2025

Quando il corpo ti parla: il mal di testa che mi ha fermato (per poi rilanciarmi)

 Quel fastidioso mal di testa

(Diario di un uomo che costruisce la sua seconda vita)

mal di testa




Introduzione

Ci sono giornate che iniziano con una sensazione precisa: un piccolo pulsare dietro le tempie, quel mal di testa fastidioso che non è mai doloroso al punto da fermarti, ma è abbastanza insistente da condizionare ogni pensiero. È un disturbo silenzioso, quasi timido, ma che sa diventare protagonista se non lo ascolti.
Oggi il mio è così: un ospite inatteso che bussa senza chiedere permesso.

In questo post voglio raccontare non solo il malessere in sé, ma ciò che rappresenta: uno specchio dello stile di vita, dei ritmi, delle ambizioni, dei cambiamenti che sto vivendo a 63 anni. E soprattutto, come sto imparando — giorno dopo giorno — a trasformare anche un semplice fastidio fisico in un esercizio di consapevolezza e rinascita personale.


Quando il corpo parla: ascoltarlo o ignorarlo?

Il corpo non mente mai. È la parte più sincera di noi, molto più della mente che spesso si perde in desideri, doveri, illusioni o corse inutili. Quel mal di testa, oggi, mi dice una cosa semplice: rallenta.
Forse è mancanza di sonno, forse stress accumulato, forse è il modo in cui la mente mi segnala che ho spinto troppo, come spesso faccio — tra lavoro, progetti creativi, impegni familiari e quel desiderio costante di migliorarmi.

Eppure il riflesso naturale è sempre lo stesso: ignorarlo. Una compressa, un po’ di caffè, e si riparte. Soprattutto quando sei una persona abituata a non mollare mai, come me.
Ma ignorare il corpo è una forma di autosabotaggio elegante, silenziosa, che prima o poi presenta il conto.


Mal di testa e stile di vita: un segnale, non un limite

Viviamo in un mondo che ci spinge continuamente oltre. Produrre, correre, accelerare, performare.
Anche nel mio percorso — tra i video sul mio canale YouTube “Napoleone1769”, le strategie di crescita personale, gli studi storici, i contenuti che preparo ogni giorno — ho spesso la tentazione di dire “ancora un po’, posso farcela”.

Ma non sempre è la strategia giusta.

A 63 anni non posso più permettermi di ignorare i segnali. Il mio corpo ha già attraversato momenti difficili — un infarto nel 2019, vari acciacchi, un dolore al polso che va e viene, la fascite plantare che ogni tanto ritorna.
Eppure continuo a ripetermi che la forza non è andare avanti a qualunque costo. La forza è imparare a fermarsi quando serve.

Il mal di testa di oggi, allora, lo guardo in modo diverso: non come un ostacolo, ma come un professorino che entra in classe e dice: “Antonio, due minuti, dobbiamo parlare”.


Piccoli rituali per ritrovare l’asse interiore

Ho iniziato la mattina con gesti piccoli ma importanti.
Apro la finestra: l’aria fresca entra decisa, come una scossa gentile.
Bevo un bicchiere d’acqua lentamente, assaporandolo come un segnale di cura.
Rilasso la fronte.
Faccio un respiro più lungo del solito. Poi un altro.

Mi accorgo che, nel farlo, qualcosa si raddrizza dentro di me.
La giornata non cambia — sono io a cambiare mentre la giornata mi viene incontro.


Il mal di testa come metafora della vita adulta

A volte quel pulsare non è solo fisico. È il riflesso di un carico mentale che portiamo dentro senza nemmeno accorgercene:

  • responsabilità

  • ruoli

  • aspettative

  • lavori urgenti

  • persone che amiamo e vogliamo proteggere

  • sogni che non vogliamo abbandonare

Il mal di testa è l’eco di tutto questo. È un ingorgo di pensieri che cercano un varco.

E allora ti fermi un attimo. Guardi cosa c’è davvero nel tuo presente.
Capisci che crescere, migliorarsi, ricostruire la propria vita — come sto facendo io in questo periodo — richiede disciplina, sì, ma anche gentilezza verso se stessi.


Personal Branding: anche la fragilità è parte del percorso

Uno dei punti principali della mia rinascita personale è costruire un brand che non sia artificiale, ma vero. Autentico.
Chi segue il mio canale YouTube, chi legge i miei blog, chi vede i miei post sui social non deve pensare che io sia un personaggio creato a tavolino. Voglio essere un uomo che cresce, sbaglia, riprova, cade e si rimette in piedi.

Raccontare un mal di testa può sembrare poco “epico”.
Ma la verità è che la credibilità di una persona — e di un brand personale — nasce proprio da queste zone d’ombra, dai momenti in cui ammetti che non sei imbattibile.
Che sei umano.

E proprio perché sei umano puoi migliorarti, trasformarti, scegliere una strada diversa da quella che la vita aveva tracciato per te.


Tra una tempia che pulsa e un sogno che chiama

Quando il mal di testa allenta la presa, la mente torna ai progetti.

Il canale YouTube “Napoleone1769”

Negli ultimi mesi sta diventando uno spazio importante della mia vita.
Un luogo dove condividere storia — quella vera, rigorosa, documentata — ma anche un luogo dove posso sperimentare nuove forme narrative, nuovi montaggi, nuovi approcci creativi.

Ogni video è un tassello della mia rinascita.
Ogni short è un esercizio di disciplina, visione, sintesi.
Ogni iscrizione è un piccolo segnale che sto andando nella direzione giusta.

E anche questo mal di testa, in fondo, mi dice che sto facendo tanto. Che sto costruendo. Che sto investendo energie — e che devo imparare a dosarle meglio.


Il ritmo della giornata: accettare, adattarsi, andare avanti

A un certo punto, lo senti: quel fastidio non se ne andrà subito.
Ma non ti fermerà nemmeno.

La vita adulta è proprio questo: imparare a convivere con piccole imperfezioni mentre porti avanti battaglie più grandi.

Così riprendo la mia routine.
Riapro i file che devo completare per lavoro.
Penso ai testi dei prossimi video.
Mi metto a programmare i post della giornata per i blog.
Ribalto e correggo qualche frase.
Guardo fuori dalla finestra.
Bevo un secondo bicchiere d’acqua.
E continuo.

Non serve sentirsi al massimo per essere comunque migliori di ieri.


Accettare la fragilità non è arrendersi: è crescere

In un mondo che ti dice di essere sempre forte, sempre produttivo, sempre sorridente, io sto imparando il contrario:
la forza vera è riconoscere quando hai bisogno di fermarti.

Non per mollare, ma per ripartire meglio.

Il mal di testa è solo un pretesto per entrare in contatto con una verità più grande: sto cambiando.
Sto costruendo una nuova identità.
Sto diventando un uomo più consapevole, più libero, più forte — non perché resiste a tutto, ma perché sa riconoscere i suoi limiti e li trasforma in risorse.


Conclusione: una giornata che può ancora sorprendere

Il mal di testa non è sparito del tutto, ma ha perso la sua voce.
Resta come un’eco lieve, un piccolo promemoria che mi accompagna mentre scrivo.
Ma non è più il protagonista.

Oggi la protagonista è la mia consapevolezza.
È la scelta di stare meglio.
È la volontà di prendermi cura di me, di ascoltare il mio corpo, di onorare la strada che sto costruendo, passo dopo passo.

E se stai leggendo queste righe, forse questo post è servito a te quanto a me:
per ricordarti che non sei solo nelle tue giornate storte, e che anche un fastidio può diventare una porta.


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