giovedì 29 maggio 2014

Sull'amore

Non è la mancanza d'amore, ma la mancanza d'amicizia che rende i matrimoni infelici.


love



Sulle donne

Una moglie è soprattutto l'eroina della vostra vita, non la vittima.

Alena Seredova

martedì 27 maggio 2014

Ascolta figlio

Ascolta figlio
family


Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere in biblioteca, un'ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di senso di colpa mi avvicino al tuo letto.
E stavo pensando a queste cose: ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perché invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamani sulla faccia, perché non ti sei pulito le scarpe.

Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.

A colazione, anche li ti ho trovato in difetto: hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo.
Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a prendere il treno, ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato: "Ciao, papino !" e io ho aggrottato le sopracciglia e ho risposto: "Su diritto con la schiena!"

E tutto e ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perché quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare alle biglie e si vedevano le calze bucate. Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me. Le calze costano, e se le dovessi comperare tu, le tratteresti con più cura.

Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell'offesa subita? Quando ho alzato gli occhi dal giornale, impaziente per l'interruzione, sei rimasto esitante sulla porta. "Che vuoi?" ti ho aggredito brusco.

Tu non hai detto niente, sei corso verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l'affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassisce mai. Poi te ne sei andato sgambettando giù dalle scale.
Beh, figlio, e stato subito dopo che mi e scivolato di mano il giornale e mi ha preso un'angoscia terribile. Cosa mi sta succedendo? Mi sto abituando a trovare colpe, a sgridare; e questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto? Non che non ti volessi bene, beninteso: solo che mi aspettavo troppo dai tuoi pochi anni e insistevo stupidamente a misurarti col metro della mia età.

E c'era tanto di buono, di nobile, di vero, nel tuo carattere!
Il tuo piccolo cuore cosi grande come l'alba sulle colline. Lo dimostrava il generoso impulso di correre a darmi il bacio della buonanotte.
Nient'altro per stanotte, figliolo. Solo che sono venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.
E una misera riparazione, lo so che non capiresti queste cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani s'aro per te un vero papa. Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti. Continuerò a ripetermi, come una formula di rito: "'E ancora un bambino, un ragazzino!" Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallottolato nel tuo lettino, mi fa capire che sei ancora un bambino. Ieri eri dalla tua mamma, con la testa sulla sua spalla.

Ti ho sempre chiesto troppo, troppo.
FATHER FORGETS
di W. Livingstone Larned

martedì 20 maggio 2014

Il mio destino e unico?


Tante volte mi dico:" il tuo destino è unico: puoi dire che tutti gli altri sono felici e che nessun è mai stato tormentato tanto come tu lo sei"
Poi leggo un poema antico ed è come se vedessi nel mio proprio cuore.
Quanto ancora mi resta da soffrire!
Prima di me ci furono tanti infelici?


da i Dolori del Giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe



Goethe

Spesso capita di credere che nessuno sia più infelice di noi o che i nostri problemi siano superiori a quelli degli altri.

Ci accorgiamo poi, confrontandoci che i nostri sentimenti sono gli stessi di tanti altri che il nostro destino non è unico.

Questo non lenisce le nostre pene!

Related: la sapienza della matematica



sabato 17 maggio 2014

Perché non possiamo sapere cosa sia Dio

Perchè non possiamo sapere cosa sia Dio, ma solo cosa non è, non possiamo considerare com'è Dio, ma solo come non è,

San Tommaso d'Aquino Summa theologica

fortuna


San Tommaso introdusse il concetto della via negativa, affermare cioè l'esistenza di qualcosa a partire da quello che non è.
Ho fatto mia questa teoria applicandola alla definizione di felicità.
Felicità è non essere tristi, non essere poveri, non essere ammalati, non soffrire, non essere solo, non avere paura.

Non possiamo sapere cosa sia la felicità, ma solo cosa non è, non possiamo dire com'è la felicità, ma solo come non è.

felicità


Se esiste una via negativa per conoscere Dio perché non dovrebbe esistere quella che porta alla felicità?


giovedì 15 maggio 2014

La sapienza della matematica

La Sapienza della matematica, secondo Sherlock Holmes


Mentre un singolo individuo è un enigma insolubile, quando è insieme agli altri diviene una certezza matematica. E' impossibile, per esempio, predire il modo in cui agirà un uomo solo, mentre è invece possibile prevedere con esattezza cosa faranno un certo numero di uomini riuniti insieme. Gli individui variano, ma le percentuali rimangono costanti.

Sherlock Holmes

Pensiero arguto e profondo quello di Conan Doyle che lo esprime attraverso il suo personaggio più famoso: Sherlock Holmes.
Un uomo solo agisce in maniera illogica, non deducibile, mentre la massa è invece più leggibile.
D'altra parte su questo si fondano i moderni principi di marketing o anche il funzionamento dei social media.

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giovedì 8 maggio 2014

Le donne di Napoli sono tutte delle mamme

Le donne di Napoli sono tutte delle mamme 
le donne di Napoli si gettano tra le fiamme 
le donne di Napoli, Dio, ma che bella invenzione 
riescono a ridere anche sotto l'alluvione.


Così recita una vecchia canzone di Francesco Baccini.

Le donne di Napoli sono tutte delle mamme e proprio su una mamma, in questi giorni sono puntati i riflettori della cronaca. Si tratta della madre di Ciro Esposito il tifoso azzurro vittima di un feroce agguato in occasione della finale di Coppa Italia.

La mamma di Ciro malgrado la gravità delle condizioni del figlio, a un certo punto dato per morto, non ha pronunciato nessuna parola d'odio o di vendetta, ha perdonato il presunto responsabile dell'accaduto e ha ringraziato le tante persone che hanno dimostrato affetto e solidarietà nei confronti del figlio.

Il dolore di questa mamma è rimasto composto anche quando è giunta la notizia dell'arresto di Ciro e quando con sordida ferocia le volevano impedire di stare accanto al figlio.

Indomita, col volto rigate di lacrime questa donna ha sofferto in silenzio. Per fortuna pur gravissime, le condizioni di Ciro Esposito sembrano migliorare lentamente anche se le conseguenze sul fisico di questo ragazzo saranno indelebili.
Nella serata di ieri un'altra buona notizia: il GIP non ha convalidato l'arresto di Ciro Esposito per cui anche gli altri familiari e la fidanzata potranno recarsi al suo capezzale.

La fine della storia purtroppo è tragica. Ciro dopo mesi di sofferenze è morto. 
Una mamma piange la perdita di suo figlio morto per una stupida e insulsa partita di calcio, vittima della bieca violenza di chi si professa tifoso, ultras o altri sinonimi che nulla hanno a che vedere con lo